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Ego: il falso centro pt.2

Come mettere da parte l'egoistico "Io"

L'importanza di ascoltare


Continuiamo il nostro percorso intrapreso con l'articolo precedente.

Controllo di massa
Esempio lampante di come la ricerca dell'approvazione alimenti l'Ego. Vignetta di John Holcroft.


Ricapitolando brevemente, abbiamo già detto che l'ego è un falso centro. Decentriamo il nostro valore, la nostra attenzione, al di fuori di noi, perdendo consapevolezza.


La nostra autostima così, dipende da fattori esterni, impedendoci di controllare le nostre emozioni rimanendo in balia degli eventi.


Come??! Controllare le emozioni??? Ma sei forse pazzo?! Come si possono controllare le emozioni??


Ebbene sì, le emozioni si possono controllare ed è proprio questo il primo passo da fare per la distruzione dell'Ego.


Naturalmente la spinta è come sempre accettare le cose in atto e non cercare di fuggire da esse o rinnegarle. Fatto questo si può entrare nel vero e proprio percorso si crescita che in questo blog cerchiamo di fare di pari passo all'Arte.


Non ci sono magie particolari per controllare le emozioni. Sembra una cosa impossibile ed estremamente dispendiosa, ma in realtà non ci accorgiamo di quante energie sprechiamo per giustificarci inutilmente ed attribuire all'esterno stati d'animo che invece provengono da noi.


Inizia ad essere chiaro il ruolo dell'Ego in tutto questo vero?


Potrete dire voi: "Ma come si fa a dire che gli stati d'animo nascono dall'interno se sono una reazione ad un evento esterno?".


Ebbene magia magia, non sono una reazione ad un evento esterno, ma sono l'interpretazione che noi diamo ad esso.


Infatti, inutile sentirci speciali in peggio, della serie "capitano tutte a me". Disgrazie, malattie, catastrofi e Morte sono situazioni che si presentano ad ogni essere umano. C'è chi poi sceglie la felicità comunque, affrontando i problemi (affrontare  risolvere) e chi invece cade nell'inerzia, crolla sotto il peso delle proprie emozioni.


Perché la verità è che la felicità si SCEGLIE.


Si preferisce tuttavia attribuire ad altro i nostri stati d'animo. Tipo scaricabarile. Se non sei tu che scegli di sentirti così come puoi prenderti delle responsabilità che non ti appartengono? Facile, non posso farci niente.


Bel modo per non sforzarsi di cambiare le cose vero?


Provate invece a pensare, invece di ad esempio "mi hai offeso" piuttosto "mi sono offeso per le cose che mi sono detto su quello che hai fatto". Direi che è una rivoluzione copernicana. Certo, così ci si attribuiscono più colpe, ma almeno la consapevolezza che le cose dipendono da noi ci da il potere di farci qualcosa.


Infondo è tutto qui, è tutto nella paura/fatica del cambiare le carte in tavola. Tutto ha una precisa origine secondo me, e questa è la ricerca dell'approvazione altrui.


Questa è la principale fonte di alimentazione dell'Ego, nonché la sua principale manifestazione.

Tutto si riconduce qui, anche la scelta degli stati d'animo. Si tratta in ogni caso di mettere in mano ad altri il nostro destino.


Scegliamo noi di essere tristi, magari per provare a suscitare pietà negli altri e magari essere coccolati; scegliamo noi di sentirci in colpa perché è la cosa giusta da fare, gli altri ci considererebbero dei mostri se non lo facciamo pur avendo sbagliato, scegliamo noi di vivere nel passato come se potessimo cambiarlo; scegliamo noi di non cambiare perché gli altri non ci capirebbero, penserebbero che siamo pazzi, non possiamo voltare pagina da un giorno all'altro.


Sono solo esempi che rendono bene l'idea di come lasciamo determinare i nostri pensieri, i nostri stati d'animo e le nostre azioni dall'esterno. Ed il nostro Ego si alimenta sempre più. E siamo sempre più paralizzati.


Bloccati in altre dimensioni che non esistono, che non sono ORA e non sono il PRESENTE. Bloccati fuori di noi.


Tutta questa storia, potrebbe sembrare un incitamento ad essere eccentrici, a fregarsene di tutto e di tutti, ad essere un po' cinici ed egoisti e mettere noi stessi al centro del mondo a discapito degli altri.


Beh, in una certa misura lo è, nel senso che se non siamo noi al centro della nostra vita chi dev'esserlo?


Non è affatto vero invece che si tratta di essere cinici ed egoisti, sebbene comunque geneticamente l'egoismo è insidiato nell'uomo da sempre.


Al contrario, si è più veri con noi stessi e con gli altri, si sta bene nella propria pelle e si è pronti ad ascoltare ed aiutare gli altri.


Perché alla fine se Siamo, non abbiamo bisogno di voler sembrare e siamo pronti (ed in grado soprattutto) di dare una mano a chi ce la chiede.


Provate ad analizzare una qualsiasi conversazione. 


Magari di un giovane ed una fanciulla. Più che in altri contesti sociali c'è la volontà di apparire e sembrare. Cosa si fa quando si vuole sembrare?


Si sparano quante più informazioni di sé da far venire il voltastomaco. La conversazione andrà avanti a botta di "Io", neanche ascoltandolo l'altro. Un botta e risposta senza fine, senza neanche tentare di approfondire il mondo dell'altra persona.




Ritorna prepotente il concetto di silenzio.




Il non dover impressionare l'altro con 300 note al secondo, senza respiro, frenetico, nevrotico, perché è così che ti senti dentro.




Penseranno che sono poco bravo se mi godo il momento e suono quello che mi viene, quando mi viene, senza fretta.


Penseranno che non sono una persona interessante se non racconto subito tutte le esperienze migliori della mia vita.


Devo cantare quel pezzo, che sebbene mi piaccia di meno, è più difficile e la gente ne rimarrà più colpita.


Devo ascoltare solo quel determinato tipo di musica, ascoltare una musica più commerciale o facile farà pensare alla gente che non sono abbastanza colto.




Quel silenzio che ci permette di ascoltare, di scoprire, sparisce, la nostra vita si appiattisce e rimaniamo intrappolati nel nostro Ego, che cresce e ci soffoca...




E facciamo ciò che non vogliamo.



E buttiamo una vita ad inseguire gli altri.




Proviamo invece ad incuriosirci piuttosto agli altri. Proviamo invece di parlare di noi, a parlare di loro. Tutte le volte che stiamo per dire "Io invece.." proviamo a soffermarci e chiedere di più su di loro. Sicuramente c'è qualcosa che vogliamo sapere di quello che ci ha detto.



Proviamo a ricollegarci con il mondo e scollegarci con quello che gli altri pensano di noi.



Accentratevi con voi stessi, rendetevi coscienti del fatto che voi controllate i vostri pensieri e le vostre emozioni. Non permettete ad un terzo di farlo per voi.



Non abbiate paura, non siate pigri e scegliete la Felicità.




Non abbiate paura e godetevi le pause.




E' più faticoso ma ne va di mezzo la nostra felicità e quella degli altri.






Un abbraccio a tutti.



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Questo post è stato scritto da:

Diego, un carattere selvaggio e travolgente con la sensibilità di un bambino. La sua creatività davvero sconfinata e la sua passione e competenza nel campo psicologico-sociale lo rendono capace di penetrare nel profondo delle cose per coglierne la vera essenza. Questo fa di lui un personaggio borderline, quasi paranormale, in grado di pensare le cose che tu, sì proprio tu, non sapevi neanche di pensare. Ottimo pianista e compositore particolarmente ispirato, è qui su Twelvetones per flasharvi tutti. Con tanto amore.

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