Come mettere da parte l'egoistico "Io"
L'importanza di ascoltare
Continuiamo il nostro percorso intrapreso con l'articolo precedente.
Esempio lampante di come la ricerca dell'approvazione alimenti l'Ego. Vignetta di John Holcroft. |
Ricapitolando brevemente, abbiamo già detto che l'ego è un falso centro. Decentriamo il nostro valore, la nostra
attenzione, al di fuori di noi, perdendo consapevolezza.
La nostra autostima così, dipende da fattori esterni, impedendoci
di controllare le nostre emozioni rimanendo in balia
degli eventi.
Come??! Controllare le emozioni??? Ma sei forse pazzo?! Come si
possono controllare le emozioni??
Ebbene sì, le emozioni si possono controllare ed è proprio questo
il primo passo da fare per la distruzione dell'Ego.
Naturalmente la spinta è come sempre accettare le cose in atto e non cercare di
fuggire da esse o rinnegarle. Fatto questo si può entrare nel vero e proprio
percorso si crescita che in questo blog cerchiamo di fare di pari passo all'Arte.
Non ci sono magie particolari per controllare le emozioni. Sembra
una cosa impossibile ed estremamente dispendiosa, ma in realtà non ci
accorgiamo di quante energie sprechiamo per giustificarci inutilmente ed
attribuire all'esterno stati
d'animo che invece provengono da noi.
Inizia ad essere chiaro il ruolo dell'Ego in tutto questo vero?
Potrete dire voi: "Ma come si fa a dire che gli stati
d'animo nascono dall'interno se sono una reazione ad un evento esterno?".
Ebbene magia magia, non sono una reazione ad un evento esterno, ma
sono l'interpretazione che noi diamo ad esso.
Infatti, inutile sentirci speciali
in peggio, della serie "capitano tutte a me". Disgrazie,
malattie, catastrofi e Morte sono situazioni che si presentano ad ogni essere umano.
C'è chi poi sceglie la felicità comunque, affrontando i problemi (affrontare ≠ risolvere) e chi invece cade
nell'inerzia, crolla sotto il peso delle proprie emozioni.
Perché la verità è che la felicità si SCEGLIE.
Si preferisce tuttavia attribuire ad altro i nostri stati d'animo.
Tipo scaricabarile. Se non sei tu che scegli di sentirti così come puoi
prenderti delle responsabilità che non ti appartengono? Facile, non posso farci
niente.
Bel modo per non sforzarsi di cambiare le cose vero?
Provate invece a pensare, invece di ad esempio "mi hai
offeso" piuttosto "mi sono offeso per le cose che mi sono detto su
quello che hai fatto". Direi che è una rivoluzione copernicana. Certo,
così ci si attribuiscono più colpe, ma almeno la consapevolezza che le cose
dipendono da noi ci da il potere di farci qualcosa.
Infondo è tutto qui, è tutto nella paura/fatica del cambiare le
carte in tavola. Tutto ha una precisa origine secondo me, e questa è la ricerca dell'approvazione altrui.
Questa è la principale fonte di alimentazione dell'Ego, nonché la
sua principale manifestazione.
Tutto si riconduce qui, anche la scelta degli stati d'animo. Si
tratta in ogni caso di mettere in mano
ad altri il nostro destino.
Scegliamo noi di essere tristi, magari per provare a suscitare pietà negli altri e magari essere coccolati;
scegliamo noi di sentirci in
colpa perché è la cosa giusta
da fare, gli altri ci considererebbero dei mostri se non lo facciamo pur avendo
sbagliato, scegliamo noi di vivere
nel passato come se potessimo
cambiarlo; scegliamo noi di non
cambiare perché gli altri non
ci capirebbero, penserebbero che siamo pazzi, non possiamo voltare pagina da un
giorno all'altro.
Sono solo esempi che rendono bene l'idea di come lasciamo
determinare i nostri pensieri, i nostri stati d'animo e le nostre azioni
dall'esterno. Ed il nostro Ego si alimenta sempre più. E siamo sempre più
paralizzati.
Bloccati in altre dimensioni che non esistono, che non sono ORA e non sono il PRESENTE. Bloccati fuori di noi.
Tutta questa storia, potrebbe sembrare un incitamento ad essere
eccentrici, a fregarsene di tutto e di tutti, ad essere un po' cinici ed
egoisti e mettere noi stessi al centro del mondo a discapito degli altri.
Beh, in una certa misura lo è, nel senso che se non siamo noi al
centro della nostra vita chi dev'esserlo?
Non è affatto vero invece che si tratta di essere cinici ed
egoisti, sebbene comunque geneticamente l'egoismo è insidiato nell'uomo da
sempre.
Al contrario, si è più veri con noi stessi e con gli altri, si sta bene nella propria pelle e si è pronti ad ascoltare ed aiutare gli altri.
Perché alla fine se Siamo,
non abbiamo bisogno di voler
sembrare e siamo pronti (ed
in grado soprattutto) di dare una mano a chi ce la chiede.
Provate ad analizzare una qualsiasi conversazione.
Magari di un giovane ed una fanciulla. Più che in altri contesti
sociali c'è la volontà di apparire e sembrare.
Cosa si fa quando si vuole sembrare?
Si sparano quante più informazioni di sé da far venire il
voltastomaco. La conversazione andrà avanti a botta di "Io",
neanche ascoltandolo l'altro. Un botta e risposta senza fine, senza neanche
tentare di approfondire il mondo dell'altra persona.
Ritorna prepotente il concetto di silenzio.
Il non dover impressionare l'altro con 300 note al secondo, senza
respiro, frenetico, nevrotico, perché è così che ti senti dentro.
Penseranno che sono poco bravo se mi godo
il momento e suono quello che mi viene, quando mi viene, senza fretta.
Penseranno che non sono una persona
interessante se non racconto subito tutte le esperienze migliori della mia vita.
Devo cantare quel pezzo, che sebbene
mi piaccia di meno, è più difficile e la gente ne rimarrà più colpita.
Devo ascoltare solo quel determinato
tipo di musica, ascoltare una musica più commerciale o facile farà pensare alla gente che non sono abbastanza colto.
Quel silenzio che ci permette di ascoltare, di scoprire, sparisce,
la nostra vita si appiattisce e rimaniamo intrappolati nel nostro Ego, che
cresce e ci soffoca...
E facciamo ciò che non
vogliamo.
E buttiamo una vita ad inseguire
gli altri.
Proviamo invece ad incuriosirci piuttosto agli altri. Proviamo invece
di parlare di noi, a parlare
di loro. Tutte le volte che stiamo per dire "Io invece.."
proviamo a soffermarci e chiedere di più su di loro. Sicuramente c'è qualcosa
che vogliamo sapere di quello che ci ha detto.
Proviamo a ricollegarci con il mondo e scollegarci con quello che
gli altri pensano di noi.
Accentratevi con voi stessi, rendetevi
coscienti del fatto che voi controllate i vostri pensieri e le vostre
emozioni. Non permettete ad un terzo di farlo per voi.
Non abbiate paura, non siate pigri e scegliete la Felicità.
Non abbiate paura e godetevi le pause.
E' più faticoso ma ne va di mezzo la nostra felicità e quella
degli altri.
Un abbraccio a tutti.
Questo post è stato scritto da:
Diego, un carattere selvaggio e travolgente con la sensibilità di un bambino. La sua creatività davvero sconfinata e la sua passione e competenza nel campo psicologico-sociale lo rendono capace di penetrare nel profondo delle cose per coglierne la vera essenza. Questo fa di lui un personaggio borderline, quasi paranormale, in grado di pensare le cose che tu, sì proprio tu, non sapevi neanche di pensare.
Ottimo pianista e compositore particolarmente ispirato, è qui su Twelvetones per flasharvi tutti. Con tanto amore.
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