Che cos’è il pensiero
scimmia? È l’arte contemporanea
(contemporanea in tutti i sensi) di saltare di liana in liana, da un pensiero
all’altro, senza in realtà approfondirne alcuno.
“Ma io riesco a fare più
cose contemporaneamente!”
Già. “Riusciamo a fare.” Spesso
consideriamo le azioni come commissioni da spuntare sulla lista. Compiti in cui
prendere la sufficienza. Muri da attraversare, piuttosto che mondi nei quali
immergerci.
I nostri mezzi sono sempre
più potenti, le RAM dei nostri PC sempre più spaziose. Possediamo smartphones
che ci permettono di inviare screenshots mentre nostra sorella è dall’altra
parte della cornetta.
Ci illudiamo di poter parlare con dieci persone contemporaneamente. Messaggiamo
mentre studiamo. Il mondo ci chiede di farci in due, in tre, in quattro. Più veloci,
più efficienti.
Il risultato? La totale negazione del momento presente. In preda
ad uno stordimento da calendario, il
nostro cervello ha quattro conversazioni aperte con noi stessi. In un costante flusso di presenza/assenza crediamo di
vivere un momento mentre siamo mentalmente altrove.
Scorriamo ipnotizzati la
rotellina del mouse di otto pagine web senza in realtà assaporarne alcuna. Ascoltiamo
frammenti di musica.
Ci sentiamo ubriachi, vuoti,
vagheggiamo fra le cose bisognosi di un vero contatto. Stressati, o
semplicemente erranti.
Quando
invece basterebbe riscoprire la
differenza tra fare le cose e viverle. C’è qualcosa di grande, che
tratteremo in seguito, che prende il nome di mindfulness.
Ma prima
ancora di arrivarci io comincerei così: chiudiamo gli occhi, e contiamo fino a
venti, concentrandoci sulla sensazione del nostro respiro. Dobbiamo sentirlo ed esserne perfettamente consapevoli.
Poi riempiamo un bicchiere d’acqua. Spegniamo cellulari e lasciamo distrazioni, e sorseggiamo piano, cercando di sentirne il sapore, la freschezza che ci accarezza il palato.
Poi riempiamo un bicchiere d’acqua. Spegniamo cellulari e lasciamo distrazioni, e sorseggiamo piano, cercando di sentirne il sapore, la freschezza che ci accarezza il palato.
Queste
due semplici azioni mi ricordano il
piacere di vivere la vita una cosa alla volta.
Il
resto? Beh, per il resto non cambiate canale, ve ne parleremo subito.
Pace.
Questo post è stato scritto da:
Enrico, eccentrico, filantropo e con innate doti sociali, è un trascinatore per natura. Lui è il classico personaggio che non segue le mode, le detta. Ha deciso che nella vita farà il musicista, in barba ai professori del liceo che non fanno altro che ripetergli che è "troppo intelligente per non continuare a studiare". Come se per fare il musicista non ci sia bisogno di studiare. Lo potete trovare su Twelvetones a condividere con voi questa sua grande passione per la musica e l'Arte.
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