Con questo articolo apro
una miniserie in due puntate che tratterà argomenti
strettamente correlati.
Parlando
di uomo preso
nella sua singolarità non può che balzare alla mente una fondamentale
caratteristica di esso.
Se
vogliamo è un po' quello che ha fatto la psicoanalisi.
Infatti, apro e chiudo una parentesi perché non parleremo di
psicoanalisi in questo articolo, Freud, nella prefazione dell'
"Introduzione alla Psicoanalisi", afferma che per una migliore
comprensione dell'individuo, sia importante non basarsi su
postulati e preconcetti, ma cominciare l'analisi dal fondo, dalle
basi, ovvero dalla profondità dell'individuo
stesso.
Ora, gli si potrebbe
contestare di essersi soffermato troppo su questa sfera personale dell'Io, ma
non siamo qui a criticare una delle più grandi menti di sempre.
Piuttosto,
a proposito dell'Io, mi preme soffermarmi su una distinzione importante, con
cui prima o poi (speriamo) siamo costretti tutti a fare i conti: la scissione
tra l'Ego (il nostro falso
centro) e il vero Io. In
questo articolo definiremo che cos'è il primo, nel prossimo vedremo un po' come metterlo da parte.
Non è
facile riconoscere l'Ego dal nostro vero centro. In pratica potremmo dire che
l'Ego è un tipo di focalizzazione di noi che ci proietta all'esterno,
mentre il nostro vero Io è interiore.
Mi
spiego meglio.
Mi viene
in mente il film "Fight Club", tra l'altro personalmente molto
consigliato. In questo film il protagonista si trova a rifiutare ogni
bene materiale e la loro importanza, ed afferma che "tu non
sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la
macchina che guidi, i tuoi vestiti firmati...".
Certo,
tutto molto semplice e persino scontato, eppure non così tanto come si potrebbe
credere.
Pensateci,
come vi sentireste ad andare in chiesa in costume da bagno ad esempio?
Vi darebbe fastidio, ma perché? Eppure siete sempre la splendida persona di quando indossate giacca e cravatta, ma allora che cosa è successo?
Ve lo
dico io cosa è successo: è successo che avete spostato il focus del
vostro valore all'esterno piuttosto che all'interno. O meglio, non
l'avete fatto voi, è un'automatica conseguenza delle cosiddette convenzioni sociali. Se aveste mantenuto una focalizzazione
interna, ovvero la realtà dei fatti,
il vostro vero Io, ve ne sareste altamente
fregati di girare per strada in
mutande o andare in costume in chiesa, perché voi siete meravigliosi comunque e
lo sapete. Non siete una persona
diversa di quando avete aiutato
quell'anziana signora a portare le pesanti buste della spesa.
Vi siete
identificati, invece, nel vostro abbigliamento del momento, nella
vostra esteriorità e quindi nel giudizio che gli altri hanno espresso su di voi.
Chiariamolo, non tutta questa faccenda è negativa, il nostro ego (in parte
simile al Super-Io di Freud), in una certa misura, serve anche a garantire una
migliore convivenza con gli altri, ma non bisogna cadere nel BISOGNO dell'approvazione altrui
a sfavore della nostra persona.
Perché
diciamocelo, in fondo se avessimo la certezza assoluta ed incondizionata di non
essere visti da nessuno, sarebbe diverso girare per strada nudi...
Identificandosi
in valori che non siamo noi, si rischia di perdere la propria individualità,
si ripone il proprio valore e la propria essenza fuori e si perde il
centro di noi stessi. Iniziamo ad aver bisogno di altro per vivere, quando l'unica cosa di cui dovremmo aver
bisogno non è nient'altro che la nostra vita stessa. Perché noi siamo persone di valore a
prescindere.
Siamo
persone di valore perché semplicemente Siamo.
È così
che perdiamo percezione e consapevolezza di
chi siamo e di ciò che vogliamo,
non siamo più allineati con
i nostri sensi, è così che ci intontiscono e ci addormentano, è il nostro sonnifero.
È così
che diventiamo zombie inconsapevoli del mondo, che vagano dove ci dicono,
compriamo quello che vogliono ed inseguiamo una bandiera senza forma né colore
solo perché ce l'hanno detto.
Se
magari sapessimo che ce l'hanno detto altri, sarebbe già un passo avanti.
No, è
così che ci convincono a credere che siamo stati noi ad aver preso
l'iniziativa di inseguire senza sosta la sopracitata bandiera, e tutto
diventa molto molto confuso, e tutti siamo infelici perché non troviamo più noi stessi, siamo totalmente assopiti. Assopiti da semafori, da strade che non
finiscono mai, luci di negozi, insegne, gente che corre, scappa ma dove
va? Tutto in pochi metri quadrati. Lo scenario che scaturisce da questa confusione
interiore è quasi apocalittico.
Perché ci inseguiamo fuori,
e invece siamo dentro, non abbiamo bisogno di cercarci, ma non lo
sappiamo, ci hanno convinti del contrario.
Ecco il falso centro, una
focalizzazione di valori e desideri, convinzioni ed ideali che non
ci appartengono, con cui invece ci identifichiamo.
Il focus esterno di noi stessi.
Come si
comporta invece il maestro zen con l'ego azzerato?
Ebbene,
vi dico solo che se qualcuno gli tirasse uno schiaffo, lui andrebbe avanti
senza dire una parola, non per sottomissione, ma perché semplicemente
"se
mi ha tirato uno schiaffo, è un problema
suo".
Potete
facilmente dedurre che non ci sarebbero nemmeno più guerre.
Sarebbe
un mondo meraviglioso, ma purtroppo o per fortuna è del tutto irrealistico
ed utopico. L'ego non si può azzerare completamente. È
parte della natura umana.
Ma
comunque, già la consapevolezza che esiste e influenza la nostra vita, può
aiutare a controllarlo e tornare con focus interno quando ci becchiamo ad
identificarci con situazioni esterne. O almeno ad accettarlo.
Riallineamoci con noi stessi, con i
nostri sensi, riacquistiamo maggiore percezione di
noi, diventiamo più consapevoli ed usciamo dal torpore della
vita quotidiana. Se ci pensate bene questo è il meccanismo che sta sotto sotto,
alla base di tutti gli altri problemi e causa di ogni nostro male. Ne parleremo
meglio nel prossimo articolo.
Intanto
riflettete su tutto ciò, dovrebbe essere una svolta abbastanza importante
nella vita di ognuno.
Un
piccolo passo verso la vostra,
la
nostra felicità.
Il
vostro Diego.
A breve la II Parte
Questo post è stato scritto da:
Diego, un carattere selvaggio e travolgente con la sensibilità di un bambino. La sua creatività davvero sconfinata e la sua passione e competenza nel campo psicologico-sociale lo rendono capace di penetrare nel profondo delle cose per coglierne la vera essenza. Questo fa di lui un personaggio borderline, quasi paranormale, in grado di pensare le cose che tu, sì proprio tu, non sapevi neanche di pensare.
Ottimo pianista e compositore particolarmente ispirato, è qui su Twelvetones per flasharvi tutti. Con tanto amore.
Bellissimo blog ragazzi, continuate così :)
RispondiEliminaGrazie mille!! :)
RispondiEliminaP.S se volete far apparire il nome utente potete selezionare da "Commenta come" l'opzione "OpenID" :)